È
questa l'opera più matura di Eisenman in cui sviluppa ulteriormente
il concetto di “blurring” applicandolo sia al nuovo edificio che
a quello preesistente. Inoltre proprio tramite questa tecnica si
creano sovrapposizioni e incastri che, tramite operazioni booleane
creano gli spazi. Nel complesso questo edificio è composto da una
dicotomia tra le linee rigide del vecchio fabbricato e la sinuosità
di quello nuovo. In “Domus” n.788 del 1998 questa dicotomia viene
descritta attraverso la distinzione tra hardware e software: <<il
progetto è in stato transizionale, è in trazione permanente. La
distinzione tra hardware e software può servire a definire a
definire la presenza nel progetto di una tipologia soft e di una
geometria cartesiana. La curvatura dell'edificio è una curva
virtuale, il suo serpeggiare ai margini del preesistente complesso è
una costruzione per linee rigide, un hardware […] soft a livello
macroscopico e hard a livello microscopico. Il diagramma che
organizza l'edificio è la transizione del complesso preesistente
verso una forma a linee spezzate, verso l'avvolgersi di una curva,
che si rivela come una serie di volumi cubici depositati lungo un
tracciato curvilineo […] >>. L'elemento curvilineo è formato
anch'esso da volumi geometrici che, anche se inclinati rispetto ai
piani di coordinate xyz, conservano ancora 8 punti di coordinate
individuabili precisamente nello spazio.
L'
Aronoff Center può essere considerata opera matura per Eisenman
perchè oltre al blurring riesce a combinare i concetti di
“in-between” (c'è l'idea di incunearsi tra le cose, accanto al
preesistente, lo “spazio tra le cose” ) , palinsesto,
oscillazioni, vibrazioni e operazioni booleane.